Colonnine di mercurio sopra i 33 gradi, temperature percepite a 38 gradi, caldo asfissiante che sembra di prendere fuoco ma il nostro caro petrolio sembra non infiammarsi più come un tempo.
Ma agli appassionati di Fisica è noto come, per attivare una combustione non siano sufficienti Combustibile e Comburente ma sia indispensabile la presenza di un INNESCO.
E’ Vero che per creare una reazione è necessaria una FONTE D’INNESCO … ma nella fisica esiste anche il termine AUTOCOMBUSTIONE … quello che bisognerebbe sapere è a quale temperatura il greggio inneschi questa fantomatica autocombustione.
Certo che i prezzi del Wti a -37 dollari di pochi mesi fa hanno davvero fatto sobbalzare il mondo intero; col senno di poi si potrebbe dedurre che siano stati proprio loro a fungere da autocombustione, perché l’occasione d’acquisto è stata per molti ghiotta, forse la più ghiotta di tutta la storia dell’oro nero, evento probabilmente irripetibile e di violenza finanziaria senza precedenti.
Ma non tutti di professione fanno gli speculatori e quindi? … Ricordiamo che per chi non può comprare direttamente barili di petrolio, va di moda pensare che l’unica alternativa siano gli strumenti collaterali passivi o a leva e per i piccoli e medi investitori, che si chiedono semplicemente se mettere o non mettere in portafoglio l’oro nero, già di per se la scelta di tali strumenti è da non intraprendere a cuor leggero, figuriamoci decidere se acquistare un asset che negli ultimi anni è vissuto sulle montagne russe, senza la valida consulenza di un esperto finanziario, che a questi strumenti pericolosi, preferirà di certo consigliare titoli del comparto, insieme ad una buona dose di diversificazione.
Sembra proprio che Il VIGILE DEL FUOCO PIL+EPS, (prodotto interno lordo e utili per azioni) abbiano spento notevolmente l’entusiasmo. Senza uscire dal giardino di casa nostra, che ha problemi sufficienti, giganti del calibro di ENI e SAIPEM hanno comunicato i risultati del secondo trimestre e del complessivo primo semestre 2020 e occorre fare dei ragionamenti.
La stasi del prezzo del petrolo greggio texano (wti) e di quello londinese (brent), l’impossibilità e la difficoltà ad oggi di superare a rialzo il lungo pattern di queste settimane, ha compresso le quotazioni nello stretto range di pochi dollari; l’aggiunta dei non brillanti dati di Eni e Saipem ha aggravato la situazione delle stesse, che di conseguenza hanno ampliato le perdite sulla chiusura di questa settimana borsistica.
Il Pil americano in contrazione, il peggiore trimestre della storia a stelle e strisce non aiuta certo a risollevare un comparto totalmente dipendente dai consumi e dalle industrie mondiali.
TORNA DI MODA IL CONFRONTO
ORO GIALLO – ORO NERO
Come ormai il lettore ha imparato a conoscerci, il Team Occhi sui Mercati, collaboratore di Azienda Italia, basa le proprie osservazioni su studi di settore ed analisi tecnica; la nostra attuale visione sul petrolio texano e londinese è che stiano riscontrando una fase laterale con una temporanea difficoltà di prosecuzione del trend rialzista in atto, senza che nessun oscillatore ad oggi abbia ancora, per forza di cose, fornito segnali d’inversione ribassista.
Certo però, risulta sempre più evidente che , tra oro nero e oro giallo, di questo periodo sembra riflettere meglio i raggi del caldo sole estivo il caro vecchio lingotto giallo ed il “fratello minore” di colore argenteo.
Un Caro Saluto.
Giacomo Ghisleni – Wealth Advisor AllianzBank Private
Carlo Alberto Banfi – Wealth Advisor AllianzBank Private
Massimo Fontana - Analist & Financial Trader
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