Pioggia di autocertificazioni delle aziende che hanno riaperto con una semplice «preventiva comunicazione ai prefetti» sostenendo di rientrare nel ciclo produttivo della filiera alimentare o di materiale sanitari, o comunque tra quei servizi essenziali esclusi dalle misure anticontagio previste dal governo con l’ultimo decreto del 10 aprile. Il rischio è che, nell’attesa di un eventuale no da parte di prefetture intasate dalle istanze, anche chi non avrebbe diritto ad operare stia aggirando il lockdown. Il governo, dopo aver sollecitato le prefetture, garantisce poco spazio a chi chiede ufficialmente di ripartire prima del 4 maggio, ad eccezione delle attività manifatturiere.
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